L’attualità del caso Sharifi e la partecipazione al processo di supervisione dell’attuazione della sentenza della Corte europea dei diritti umani Nell’ultimo anno abbiamo assistito a un processo di crescente e a tratti estrema spettacolarizzazione degli approdi nei porti siciliani. Le … [Leggi di più...]
Le zone di transito di porti e aeroporti costituiscono zone grigie nella gestione della migrazione e particolarmente interessate da procedure di rifiuto di ingresso: nel corso del 2019, 8138 persone sono state respinte alle frontiere aeree e 1805 alle frontiere marittime (dati Relazione al Parlamento 2020-Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale) e rispettivamente 729 e 65 nel soli primi quattro mesi del 2021 (dati Relazione al Parlamento 2021-Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale). Nelle c.d. camere di sicurezza delle zone di transito i cittadini stranieri non in possesso, o sospettati di non essere in possesso, dei requisiti di ingresso, sono ristretti in attesa che venga eseguito il rimpatrio. Tali zone sono estremamente difficili da monitorare perché generalmente non vi è consentito l’accesso a organizzazioni, enti di tutela e, in numerose occasioni, ai legali di fiducia delle persone ivi trattenute. Con riguardo a tali zone, destano particolare preoccupazione non solo le condizioni di detenzione (accesso all’aria aperta, condizioni di illuminazione e ventilazione, bagni, spazi per dormire, etc.) ma anche la generale possibilità per le persone ristrette di accedere a diritti fondamentali quali il diritto di difesa e la possibilità di chiedere la protezione internazionale.
L’approccio hotspot in Puglia
Il report prodotto da ASGI nell'ambito del progetto "Protection and dissemination of human rights" Nell’ambito del progetto “Protection and dissemination of human rights”, da aprile ad ottobre 2018 è stata svolta un’attività di ricerca sulla condizione dei richiedenti protezione internazionale … [Leggi di più...]