Trasferiti in altri centri i cittadini stranieri firmatari dei ricorsi d’urgenza alla Corte EDU per le condizioni inadeguate dell’hotspot di Lampedusa. Permangono preoccupazioni per le condizioni, tutt’altro che contingenti, che caratterizzano l’hotspot di Lampedusa e per le gravi violazioni che sono sistematicamente attuate nel centro.
l 15 dicembre 2019 i cittadini stranieri, tra cui tre minori non accompagnati, firmatari dei ricorsi d’urgenza alla Corte Europea dei Diritti Umani inoltrati il 9 dicembre contro la situazione inadeguata e priva degli standard minimi di accoglienza in cui erano costretti a vivere da 20 giorni, sono stati trasferiti dall’hotspot di Lampedusa in altri centri.
ASGI accoglie positivamente questo trasferimento, ma ricorda che restano forti le preoccupazioni per la situazione, tutt’altro che contingente, che caratterizzerebbe l’hotspot di Lampedusa in riferimento alle persone accolte sia per i forti e sistematici ritardi, più volte osservati, che caratterizzano i trasferimenti dall’isola, sia per l’incapacità della Pubblica amministrazione di garantire con immediatezza l’accesso ai diritti e condizioni di vita adeguate alle persone in arrivo sul territorio italiano.
Attraverso il costante lavoro di monitoraggio svolto da ASGI, nell’ambito del Progetto In Limine, sono state più volte rilevate, attraverso le testimonianze di alcuni cittadini stranieri, condizioni di vita deplorevoli, soprattutto in riferimento alle condizioni igienico-sanitarie degli spazi alloggiativi e dei servizi igienici, al sovraffollamento, al mancato rispetto della vita privata e familiare, all’assenza di tutela nei confronti delle persone portatrici di esigenze particolari, alle difficoltà di corrispondenza con il mondo esterno, fondamentale per persone appena arrivate sul territorio italiano, e di accesso all’assistenza sanitaria. In generale, dalle testimonianze raccolte emerge l’assenza di presa in carico da parte del personale variamente presente in caso di emersione di bisogni specifici.
L’approccio hotspot non appare offrire sufficienti garanzie e tutele alle persone che, diversamente da quanto dovrebbe avvenire, sarebbero accolte in condizioni degradate e totalmente inadeguate, in una situazione di fortissimo isolamento, senza alcuna effettiva possibilità di reclamare il rispetto dei propri diritti.
Ne è una conferma il consolidamento di prassi illegittime, osservate nel corso dei mesi. In particolar modo si ricordano gli ostacoli posti all’accesso alla procedura per il riconoscimento della protezione internazionale, le pratiche sistematiche di “classificazione” informale dei cittadini stranieri in richiedenti asilo e non richiedenti asilo[1], le limitazioni all’accesso a una informazione piena e corretta in merito alla propria condizione giuridica e a i propri diritti, le forme di trattenimento de facto. In riferimento a quest’ultimo profilo, le persone continuano a non avere la possibilità di uscire ed entrare liberamente e regolarmente dalla struttura ponendo in essere una illegittima privazione della libertà personale eseguita al di fuori di ogni previsione normativa e in assenza delle fondamentali garanzie che dovrebbero essere poste in essere[2].
Si continuano quindi ad auspicare verifiche da parte delle autorità competenti e l’adozione di soluzioni adeguate ad assicurare il rispetto dei diritti anche in merito alla predisposizione di strumenti che garantiscano una rapida esecuzione dei trasferimenti dall’isola, sottolineando come i centri cd. hotspot siano, già per loro natura, assolutamente inadeguati ad accogliere i cittadini stranieri per lunghi periodi, laddove la permanenza dovrebbe essere la più breve possibile essendo finalizzata a fornire prima assistenza e allo svolgimento delle procedure di identificazione.
[1] Si vedano i seguenti approfondimenti: Determinazione della condizione giuridica in hotspot e Esiti delle procedure attuate a Lampedusa per la determinazione della condizione giuridica dei cittadini stranieri
[2] Per maggiori dettagli si vedano gli approfondimenti: Il teatro di Lampedusa; Hotspot di Lampedusa: nuovi riscontri sulla detenzione arbitraria dei cittadini stranieri; L’attualità del caso Khlaifia; Hotspot: l’Italia continua a violare il diritto alla libertà personale dei migranti