Le zone di transito degli aeroporti costituiscono zone grigie nella gestione della migrazione: tendenzialmente invisibili all’opinione pubblica, sono centrali nelle prassi di selezione dei cittadini stranieri autorizzati a entrare nel territorio statale.
ASGI, nell’ambito del progetto In Limine e in collaborazione con le Cliniche legali del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Torino, negli ultimi due anni ha monitorato le procedure che vi hanno luogo e ha individuato le principali criticità e violazioni dei diritti dei cittadini stranieri.
Il primo elemento di criticità riguarda la natura stessa delle zone di transito: zone sterili ed extraterritoriali secondo le autorità, a cui le organizzazioni della società civile, i legali, i familiari delle persone che vi sono trattenute hanno un accesso estremamente limitato e in cui i diritti dei cittadini stranieri sono compressi; zone parte a tutti gli effetti del territorio nazionale per quanto riguarda l’accesso ai diritti secondo numerose pronunce giurisprudenziali e secondo gli organi di garanzia. In Italia, così come in altri paesi europei e nell’ordinamento comunitario, non esiste una specifica definizione di tali aree, che vengono così utilizzate come zone franche per il controllo dei flussi migratori.
A questa prima criticità si sommano le prassi illegittime di respingimento, le forme di detenzione arbitraria, gli ostacoli illegali posti all’accesso alla richiesta di asilo, la razzializzazione del diritto di ingresso in Italia.
Le organizzazioni che dovrebbero, secondo il dettato normativo, garantire che i diritti dei cittadini stranieri siano rispettati, non sono messe in condizioni di svolgere adeguatamente la loro missione: non hanno la possibilità di entrare nelle aree di sicurezza in cui sono trattenuti i cittadini stranieri e questi ultimi non hanno modo di contattarle autonomamente. Nei fatti, la stessa polizia di frontiera opera da filtro nell’accesso alle organizzazioni di tutela da parte dei cittadini stranieri.
Con il report “Le zone di transito aeroportuali come luoghi di privazione arbitraria della libertà e sospensione del diritto”,, si tenta di restituire la complessità di tali aree, le pratiche che vi hanno luogo e, soprattutto, gli strumenti a disposizione di legali e organizzazioni per la difesa dei diritti dei cittadini stranieri.
Si veda anche il Report redatto dalla Human Rights and Migration Law Clinic (a.a. 2018-2019) del Dipartimento di Giurisprudenza, Università di Torino (in collaborazione con l’International University College) e finalizzato con la cooperazione della Strategic Litigation: International Human Rights Legal Clinic dello stesso Dipartimento – “Transit Zones”.