Controlli non effettuati, o effettuati male, sulla qualità dei servizi forniti agli ospiti del Centro di permanenza per i rimpatri di Milano di via Corelli. È quanto ha evidenziato l’Autorità Anticorruzione (ANAC) a seguito di una approfondita istruttoria, su impulso di una segnalazione dell’Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione (ASGI) del novembre 2023.
A inizio novembre 2023 Asgi ha segnalato all’Anac i numerosi inadempimenti contrattuali dell’ente gestore del Cpr di Milano, la presenza di documentazione contraffatta nella documentazione di gara e il mancato esercizio del potere di controllo da parte della Prefettura. Tali inadempimenti sono stati riscontrati a seguito di un lungo lavoro di raccolta documentale attraverso lo strumento del FOIA (Freedom Of Information Act), a cui è seguito un sopralluogo di una delegazione dell’Asgi effettuato nel settembre 2023. Le rilevazioni sono confluite in un rapporto (pubblicato solo successivamente) trasmesso all’Autorità Anticorruzione in sede di segnalazione.
Solamente un mese dopo la Procura di Milano – nell’ambito delle indagini avviate – ha effettuato la perquisizione del centro e chiesto il sequestro della Martinina s.r.l., società aggiudicataria dell’appalto per la gestione del Cpr. Gli amministratori sono stati rinviati a giudizio per frode in pubbliche forniture e turbata libertà degli incanti, nonostante il rapporto dell’Asgi e le denunce dell’associazione Naga e della Rete Mai più lager – No ai Cpr abbiano ampiamente documentato numerose violazioni dei diritti fondamentali delle persone trattenute.
A distanza di diversi mesi Anac, con atto del Presidente del 24 luglio 2024, conferma le mancanze segnalate da Asgi richiamando la Prefettura alle proprie responsabilità di vigilanza che deve essere seria ed effettiva. A seguito di un’approfondita istruttoria, l’Autorità ha riscontrato che “Il Direttore dell’esecuzione [dirigente della Prefettura di Milano, n.d.r.] non risulta aver compiutamente svolto le funzioni di controllo previste, pur avendo la responsabilità di svolgere le attività di coordinamento, direzione e controllo tecnico-contabile dell’esecuzione del contratto, in modo da assicurarne la regolare esecuzione nei tempi e in conformità alle prescrizioni contenute nei documenti contrattuali e alle condizioni offerte in sede di aggiudicazione”. “Anche il Responsabile del procedimento [dirigente della Prefettura, n.d.r.] non risulta aver compiutamente svolto le attività di controllo di cui è responsabile in base alle norme del Codice dei contratti pubblici”.
“Data la peculiarità delle strutture adibite a CPR e le problematiche rappresentate dalla stessa Prefettura, pur avendo costituito un apposito Nucleo ispettivo” – continua Anac “appare anomalo che in un anno di gestione del servizio (dicembre 2022/dicembre 2023) la Prefettura abbia ritenuto di effettuare solamente 4 ispezioni sul posto”. L’Autorità ha quindi richiesto al Ministero dell’Interno di valutare “l’inserimento, in tutti i contratti relativi alla gestione dei Centri di Permanenza e rimpatrio, di disposizioni che prevedano e facilitino l’effettivo svolgimento dei controlli nella fase di esecuzione del servizio” raccomandando alla Prefettura di Milano di “attuare un sistema di controlli che non si limiti ad una verifica meramente formale sui rendiconti provenienti dal gestore e sulla documentazione dallo stesso prodotta”. Infatti “Per essere efficace – scrive l’Autorità -, il controllo sull’esecuzione di tale tipologia di contratti deve essere effettuato attraverso una costante attività di monitoraggio presso i Centri, mediante lo svolgimento di ispezioni senza preavviso, debitamente verbalizzate, in occasione delle quali dovrà essere verificata la congruità qualitativa e quantitativa dei beni forniti e dei servizi erogati rispetto al contratto, al Capitolato, alle specifiche tecniche ed alle condizioni migliorative offerte in sede di gara”.
Il Ministero dell’Interno e la Prefettura di Milano dovranno quindi prendere gli opportuni provvedimenti per effettuare un controllo serio ed effettivo sulla gestione della struttura di via Corelli, ma anche degli altri Cpr esistenti sul territorio nazionale. Diverse criticità molto simili a quelle riscontrate nella gestione del centro milanese sono state evidenziate infatti anche in numerosi altri Cpr italiani, come mostrato da una recente inchiesta di Altreconomia e dal report sul Cpr di Trapani-Milo di Asgi e della Clinica Legale Migrazioni e Diritti dell’Università di Palermo.
Un modus operandi diffuso, che continua a mettere gli interessi degli enti gestori privati e delle prefetture davanti ai diritti fondamentali delle persone trattenute.
Foto del Quotidiano della PA da Flickr (CC BY-NC-SA 2.0)